Piano generale di Bonifica e di Tutela del Territorio (PGTTT)
Il Consorzio redige il Piano generale di Bonifica e di Tutela del Territorio (PGBTT), delineando le zone caratterizzate da livelli omogenei di rischio idraulico ed idrogeologico. Il piano individua le opere pubbliche di bonifica e le altre opere (comprese quelle minori di competenza privata) necessarie per la tutela del territorio; stabilisce le priorità di esecuzione; formula proposte alle autorità pubbliche non solo per mitigare il rischio idraulico ma anche per migliorare la qualità delle acque dei fiumi e canali gestiti mediante sistemi di fitodepurazione. Con tale strumento il Consorzio attua la programmazione degli interventi propri e degli altri soggetti territoriali (una prima stima degli interventi valuta come necessari investimenti per circa 250 milioni di euro). In questo contesto si inserisce la predisposizione dei Piani delle acque in accordo con i Comuni, piani che hanno come obiettivi fondamentali la difesa dagli allagamenti causati dalla “sofferenza idraulica” del territorio (impermeabilizzazioni diffuse, tombinamenti, urbanizzazione, manutenzione delle reti di deflusso).
Piani delle Acque: strumento per il governo e la custodia del territorio.
Nella quasi totalità dei comuni sono presenti porzioni di territorio caratterizzate da problematiche idrauliche che si manifestano con frequenza sempre maggiore a causa dei cambiamenti climatici e di uno sviluppo urbanistico non sempre ordinato dal punto di vista idraulico: il Piano delle acque è lo strumento che riordina, sviluppa e approfondisce le conoscenze della rete minore e di quella urbana costituita da condotte, individua gli interventi necessari alla risoluzione delle criticità idrauliche e indica indirizzi atti a garantire che i futuri interventi di urbanizzazione non precludano la possibilità di mettere in sicurezza il territorio dal punto di vista del rischio idraulico.
Il Piano delle acque, frutto di una impegnativa attività di rilievo, costituisce una fotografia completa della rete di smaltimento delle acque meteoriche (condotte, affossature e canali) all’interno del comune oggetto di studio; le attività di indagine sono integrate dalla raccolta organica di tutte le segnalazioni di problematiche idrauliche presenti.
All’attività di rilievo segue lo sviluppo di un modello geometrico e matematico, in prima analisi di tipo monodimensionale, adeguato a simulare il comportamento della rete delle acque bianche che, attraverso opportune ipotesi, è in grado di individuare l’origine delle problematiche idrauliche e di definirne gli interventi risolutori.
Molte amministrazioni comunali hanno scelto di redigere il proprio Piano delle acque in collaborazione con il Consorzio di bonifica Acque Risorgive sapendo di poter contare sulla profonda conoscenza del territorio del personale e sulla capacità di sviluppare adeguati studi sulla rete idraulica di un territorio spesso articolata e complessa: la rete di bonifica e la rete secondaria dei fossi privati sono frutto di una secolare azione dell’uomo che ha saputo governare le acque a proprio vantaggio, sia per quanto riguarda la gestione delle acque meteoriche sia per quanto riguarda l’attività di irrigazione.
La redazione di un Piano delle acque può anche avvenire in ambito “intercomunale”: in tal modo è possibile conseguire positive sinergie ed avere una visione meno segmentata nella fase di pianificazione degli interventi.
L’esperienza ha dimostrato che quasi metà del tempo necessario alla redazione di un Piano delle acque è impiegato “all’aperto”, per completare o a volte costituire ex novo la conoscenza delle reti minori, private e/o comunali: indagini e rilievo strumentale delle condotte nei centri urbani, sopralluoghi per l’individuazione delle affossature presenti e definizione dei relativi bacini afferenti, rilievo strumentale di tutti i manufatti della rete di bonifica, monitoraggio approfondito della totalità del territorio durante gli eventi di piena. Tutta questa attività di rilievo e documentazione del territorio viene realizzata con l’utilizzo di moderni strumenti GPS e apparecchi per la videoispezione e comporta anche la creazione di una raccolta di numerose fotografie “georeferenziate” (che possiedono anche le coordinate di scatto) che vanno a costituire un’importante attività di documentazione del territorio. Se l’attività di rilievo è importante, fondamentale è la conoscenza e la sensibilità per saper elaborare i dati raccolti e passare alla fase progettuale: attraverso software specialistici viene creato un modello della rete idraulica individuata e simulato il comportamento dell’acqua all’interno di essa in occasione di determinati eventi di pioggia (anche andando a ricreare eventi realmente accaduti e registrati dai pluviometri consortili e/o regionali).
L’analisi dei risultati forniti da questi modelli permette di identificare le cause delle problematiche idrauliche e soprattutto consentono di individuare gli interventi necessari e verificarne l’efficacia (senza che il problema venga semplicemente trasferito altrove).
Il Piano delle acque è completato da una organica raccolta di indicazioni progettuali per la realizzazione di interventi di urbanizzazione e di manufatti (ponti, tombinamenti e scarichi) e da linee guida per la manutenzione della rete idraulica esistente.