Emergenza idrica, il punto in Consulta dei sindaci

Occhi puntati sulla crisi idrica. Si è svolta a Mirano la consulta dei Sindaci di Acque Risorgive, convocata dal presidente Davide Bortolato, sindaco di Mogliano Veneto e componente del Consiglio di amministrazione del Consorzio di bonifica. Hanno partecipato molti amministratori dei 52 Comuni invitati ed esponenti delle principali associazioni di categoria degli agricoltori, oltre al presidente Francesco Cazzaro. 

La scarsità di piogge e la poca neve caduta durante l’inverno rendono ancora più grave la carenza di acqua che si era già manifestata in tutta la sua gravità la scorsa estate, costringendo la direzione di Acque Risorgive ad attivare un calendario di turnazione anche per l’irrigazione di soccorso. Lo ha ricordato nel suo intervento l’ing. Carlo Bendoricchio che, assieme al collega Carlo Casoni, ha illustrato la situazione, rispondendo alle domande dei sindaci intervenuti, anche con riferimento all’ordinanza firmata nelle scorse settimane dal Governatore del Veneto, Luca Zaia.

“A fronte delle notizie che arrivano anche da Roma, dove il Governo sta lavorando ad un decreto acqua e sta pensando alla nomina di un Commissario che dovrà gestire l’emergenza, abbiamo ritenuto utile – spiega Bortolato – riunire la consulta dei Sindaci per metterli al corrente degli interventi che si possono adottare a breve termine e delle iniziative allo studio sul lungo termine”. 

Il Consorzio di bonifica è pronto a predisporre anche per quest’anno un piano di turnazione dell’irrigazione di soccorso, costruito attraverso le informazioni raccolte grazie alla piattaforma Irriframe alla quale possono accedere gli agricoltori, così da massimizzare l’efficacia nella distribuzione, fin quando possibile, dell’acqua che sarà naturalmente disponibile. Relativamente al tema, sollevato da alcuni dei presenti, riguardante la moria di pesci, la direzione di Acque Risorgive ha garantito il proprio impegno a monitorare la situazione, intervenendo affianco alle amministrazioni comunali ed alle associazioni, come fatto lo scorso anno, anche con il prelievo del pesce per trasferirlo in tratti di canale con maggiore disponibilità d’acqua. 

Al di là dei pochi interventi possibili a breve termine, il Consorzio di bonifica sta lavorando su soluzioni di lungo termine. Ad esempio, pensando al riutilizzo delle acque reflue in agricoltura. L’acqua, una volta depurata, può, invece che finire in laguna, essere reimpiegata a scopi agricoli. Una proposta su cui il Consorzio sta facendo degli studi di fattibilità, in collaborazione con Veritas.

Un’altra proposta, su cui sta lavorando l’Anbi, l’associazione che rappresenta i consorzi di bonifica italiani, è quella del piano laghetti, che punta a realizzare 10.000 invasi medio-piccoli e multifunzionali entro il 2030, in zone collinari e di pianura. I nuovi bacini incrementeranno di oltre il 60% l’attuale capacità complessiva dei 114 serbatoi esistenti e pari a poco più di 1 miliardo di metri cubi, contribuendo ad aumentare, in maniera significativa, la percentuale dell’11% di quantità di pioggia attualmente trattenuta al suolo. Ovviamente il piano necessita di consistenti investimenti che dovranno essere reperiti dal Governo.

Ai sindaci, intanto, spetta un ruolo importante: quello di attivare delle campagne di comunicazione verso la cittadinanza che promuovano un uso responsabile e sostenibile della risorsa idrica, anche attraverso l’emanazione di ordinanze.

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