Manutenzione gentile, Acque Risorgive fa scuola

La manutenzione gentile dei fiumi, sperimentata per prima in Italia dal Consorzio di bonifica Acque Risorgive, è diventata ora una pratica diffusa tanto che Anbi Veneto e Veneto Agricoltura hanno dato alle stampe il manuale adottato nel tempo da consorzi veneti per promuovere una gestione “sostenibile” dei corsi d’acqua. “Si tratta – ha spiegato il presidente di Anbi Veneto e Acque Risorgive, Francesco Cazzaro, durante la presentazione svoltasi a San Donà di Piave in occasione del Festival della bonifica TerrEvolute – di una buona pratica che consente di tenere manutentati i canali equilibrando gli aspetti idraulici con gli aspetti ambientali a tutela di flora, fauna, paesaggio. Perché i consorzi devono garantire certo la sicurezza idraulica del territorio e il servizio irriguo per l’agricoltura, ma nel tempo hanno maturato una consapevolezza che questo si può fare avendo a cuore anche il mantenimento del paesaggio e la ricchezza rappresentata dalla biodiversità”.

Dal reticolo gestito da Acque Risorgive, la manutenzione gentile è diventata una buona pratica estesa a migliaia di km di canali affidati alla cura dei consorzi veneti, grazie anche alla costante collaborazione con Veneto Agricoltura, allargandosi anche ad altre realtà italiane. Dopo questa fase sperimentale Anbi Veneto ha deciso di aggiornare il manuale, già disponibile in formato digitale, stampandolo anche in forma cartacea: nelle oltre 400 pagine esso riporta efficacemente gli interventi più importanti con foto e descrizioni.

Il “Manuale per la gestione ambientale dei corsi d’acqua”, disponibile presso Anbi Veneto e Veneto Agricoltura, mette nero su bianco la prassi operativa della “manutenzione gentile” attraverso il racconto di numerose esperienze realizzate sul territorio veneto. E non a caso, molti di questi esempi riguardano proprio l’ambito gestito da Acque Risorgive.

“Il progetto zero della manutenzione gentile – ha ricordato Giustino Mezzalira di Veneto Agricoltura – è stato sperimentato, ironia della sorte, proprio nel fiume Zero. Ricordo che c’erano dubbi e perplessità al tempo, ampiamente superati dai risultati ottenuti restituendo ai nostri corsi d’acqua un grande valore di biodiversità. Chi oggi percorre gli argini dei nostri canali rimarrà stupito dalla ricchezza di flora e fauna che in passato era scomparsa, minacciata dall’opera umana”.

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