Procedono i lavori del secondo stralcio dell’oasi di Noale. Oggi i tecnici di Acque Risorgive hanno accompagnato in sopralluogo al cantiere di via Spagnolo i componenti della Commissione lavori del Consorzio di bonifica e della Consulta per l’ambiente del Comune, guidati dal Vicesindaco Alessandra Dini. Il progetto prevede il completamento della riqualificazione ambientale lungo il basso corso del fiume Draganziolo nell’area utilizzata in passato come cava d’argilla per la storica fornace di via Ongari ed è finanziato con i fondi del Piano Direttore della Regione per la riduzione dei nutrienti versati nella laguna di Venezia. Ai 20 ettari del primo stralcio, ultimato nel 2007 con la creazione di un invaso di 230 mila metri cubi per una spesa di 4 miliardi di lire, si aggiungeranno presto i 23 ettari del secondo stralcio, finanziato per 2 milioni 300 mila euro, con un volume di altri 100 mila metri cubi. “Con questo ulteriore invaso possiamo gestire ancor meglio il taglio del picco di piena del Draganziolo e – ha dichiarato il direttore di Acque Risorgive, Carlo Bendoricchio – consegnare al territorio un’altra area verde di pregio dal punto di vista ecologico. I lavori proseguono con grande attenzione per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e la vita di flora e fauna. Come già fatto per gli interventi di primo stralcio, anche questo nuovo bacino andrà ad integrare un habitat già esistente che, attraverso la fitodepurazione, funzionerà da “filtro” dell’acqua trattenendo azoto e fosforo. Realizzeremo inoltre un percorso di circa 3 km attraverso il quale sarà possibile visitare l’oasi”.
I lavori sono stati consegnati nel mese di marzo 2021 all’impresa Costruzioni Broetto di Teolo. Le opere prevedono lo scavo di un bacino di invaso ad ampliamento dell’oasi ed un nuovo canale per garantire l’alimentazione idraulica dell’area; la terra proveniente dagli scavi è stata impiegata per la realizzazione dell’arginatura di contenimento. Un canale di scarico garantirà anche una maggiore sicurezza idraulica all’area afferente allo stesso. L’impresa, che ringrazio per la collaborazione e l’impegno in termini di uomini e attrezzature messi in campo – aggiunge il Direttore – , è riuscita, ad oggi, a completare già tutti i movimenti terra a meno di alcune piccole sistemazioni e di varchi rimasti aperti per consentire la realizzazione di tutti gli altri manufatti che serviranno per il controllo delle portate in ingresso e per rendere completamente funzionale la nuova oasi. I lavori rimanenti proseguiranno anche per buona parte del 2022”.
Un intervento molto atteso anche dalla comunità noalese, come ha ricordato il Vicesindaco Alessandra Dini: “In questi anni l’assessorato alle politiche ambientali ha lavorato sinergicamente con il Consorzio Acque Risorgive su un programma di lavori prioritari necessari a prevenire il rischio idraulico. Ho convocato la Consulta dell’ambiente all’aperto, in oasi, per coinvolgere i nuovi membri e far loro conoscere il progetto e le attività che dovranno essere eseguite per la realizzazione del secondo stralcio. Sono certa che l’oasi Cave di Noale diventerà, anche grazie ad un futuro nuovo ingresso, un’area di grande valore per la nostra città”.
Quello che il Consorzio di bonifica sta realizzando tra via Ongari e via Spagnolo a Noale è una area di fitodepurazione che si inserisce ed integra un polmone verde di 43 ettari affidato alla gestione del Wwf della zona.
“Siamo in un contesto fortemente urbanizzato in cui aree come questa – ha sottolineato il responsabile Andrea Chinellato – assumono un grande valore di presidio della biodiversità. A noi spetta il compito di divulgare ai ragazzi e alla popolazione i tesori dell’oasi, come l’airone rosso, il tarabusino, la rana di Lataste o la testuggine palustre e far comprendere l’importanza della loro tutela per il futuro del pianeta. Le scelte progettuali e costruttive adottate dal Consorzio di Bonifica, come quella di preservare il più possibile le alberature lungo il percorso dei fossati e di lavorare rispettando i periodi sensibili per gli animali, hanno permesso di salvaguardare notevolmente il valore ambientale della rete verde già presente nel territorio”.
“Questo intervento come altri che abbiamo e stiamo realizzando sul territorio –conclude il vicepresidente di Acque Risorgive, Silvano Borile – mira a riqualificare aree che nel tempo avevano subito un degrado restituendole alla fruizione della comunità. E’ il nostro modo di applicare concretamente gli obiettivi di sostenibilità e rigenerazione, governando il sistema di canali a noi affidato e tutelando l’ambiente”.

